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lunedì 5 dicembre 2011

Grazie... 1000 [visite] !

Qualche settimana fa, questo mio piccolo spazio che definirei il mio mini magazine, ha raggiunto le 1000 visite.
Oggi siamo a 1266 e la cosa non può che riempirmi di gioia, perchè anche se rispetto ad altri blog sono ancora numeri esigui, sapere che qualcuno mi legge e segue con piacere è fonte di forza, gaudio e incentivo per fare sempre meglio!
Per festeggiare il traguardo ho fatto una tortina, la cui ricetta avevo pensato di scriverla qui!
Per l'occasione l'ho decorata con il numero 1000.
Purtroppo non ho potuto scrivere in maniera tempestiva, dato che ero impegnata a studiare per un esame superato (per fortuna!!! yuppiiiii) venerdì!
Due giorni di riposo e si riparte.
Il tempo di scrivere l'articolo e vi linko la ricetta!
Grazie, grazie, grazie... 1000!!!!!!

Programma utilizzato: Paint

lunedì 14 novembre 2011

"Domani 21/04.2009" Burocrazia blocca tutto.

Era troppo bello,
Troppo emozionante.
Quella canzone era arrivata dritta al cuore in un momento in cui l'Italia, l'Abruzzo avevano bisogno di credere in un domani di speranze, sogni.
Sogni di ricostruzione, di rinascita, di un futuro che quei cinquantasei artisti potevano rendere concreto, possibile.
1,2 milioni di euro, il ricavato.
Bloccati.
Perchè?
Vi rimando al mio ultimo articolo su Cervelliamo !
Che vergogna!!!

lunedì 7 novembre 2011

Resistere alle tentazioni della tavola: piccolo rimedio. Pasto libero!

Questa sera, mentre attendevo l'ora di cena, leggevo il blog della mia amica Eleonora.
Visualizzando i commenti, come se fossimo in una piacevolissima chiacchierata intorno al tavolino, con una tazza di tea, ho notato che abbiamo tutte un "problemino" comune: resistere alle tentazioni che ci propinano la tavola ed il cibo ogni giorno, ogni ora.
Anche nei momenti più impensabili!
Come fare?
Il cibo, anche se ottimo, consumato eccessivamente provoca non solo sovrappeso, ma anche (peggio) problemi di salute.
Io lo so bene!
Tra le svariate problematiche che ho, sono iperinsulinemica.
Ciò vuol dire che meno zuccheri (sotto ogni loro forma, aspetto nome) assumo, meglio è per la mia salute.
Vuol dire anche che, ahimè, devo stare sempre attenta a ciò che mangio.
Questo non sarebbe un problema se non fosse che sono golosa.
Non nego che la buona cucina, mi piace!
Ma affrontare un regime alimentare costantemente controllato, per quanto dopo tempo ci si abitui, è difficoltoso.
Probabilmente perchè c'è la consapevolezza che è come il diamante, "per sempre!".
I momenti difficili ci sono stati (non è l'unico problema di salute che ho), può avere conseguenza abbastanza serie (alcune molto) e nei momenti di stress è spesso scattato quel meccanismo stress-fame nervosa-sgarro-senso di colpa.
Irrimediabilmente deleterio e dall'effetto boomerang.
Dopo un agosto all'insegna del vizio alimentare, da brava italiana, a settembre ho ricominciato a "nutrirmi" secondo i ranghi.
Il nono mese dell'anno è stato dedicato a smaltire i chili messi nella tranquilla Calabria, sotto il sole di agosto.
Da ottobre, invece, programma finalizzato non solo a regolare l'insulina, ma anche a togliere qualche chiletto.
Ed è qui che torno al discorso a cui accennavo all'inizio di questo articolo.
In un regime alimentare rigoroso, dove nel rigoroso può essere ricompresa una alimentazione salutare, attenta ed oculata [vero, Ele? :-) ], dove anche la quantità, oltre che la qualità è calcolata al massimo, sgarrare diventa ancora più semplice.
Credo che il fattore psicologico conti molto.
Perchè sapere di non poter mangiare un determinato piatto, un determinato alimento, porta la nostra mente a desiderarlo ancora di più!
So, per esperienza ventennale (sì, da bambina a causa di crisi asmatiche da allergia, il cortisone era all'ordine del giorno), che si può essere forti, determinati, anche molto, moltissimo, ma alla fine si cede.
Chi è meno rigoroso e più goloso (in quel periodo magari è anche più nervoso) fa diventare un piccolo sgarro una grande abitudine.
Immagine tratta dal web, che rende l'idea
Fino a che i buoni propositi finiscono in fondo allo stomaco, sotterrati dai sensi di colpa e da un bel pezzo di pane e nutella.
Per gli amanti del salato, direi che una torta rustica può andar bene.
Come vi dicevo, io ho trovato un metodo che ben si addice al mio modo di essere, in modo da affrontare la situazione da golosa come sono con molta più costanza.
Ho deciso, quindi, di seguire una dieta che si sposi bene con la mia insulina.
Senza zuccheri aggiunti se non quelli contenuti normalmente negli alimenti concessi.
Questo durante tutti i pasti di tutta la settimana meno che uno.
Ci sono, ovviamente, delle regole che mi sono autoimposta.
In questo pasto, che per comodità ho stabilito sia il pranzo della domenica, mangio il piatto che più mi è mancato durante tutta la settimana.
Poichè le cose che mi mancano e che non posso mangiare sono tante, faccio una sorta di turnazione.
La quantità, invece, è quella di un piatto previsto per una persona normopeso.
Per farvi un esempio, se ho deciso che mangerò le trofie con sughetto alla bolognese, la pasta nel mio piatto sarà presente nella quantità di 70 gr.
Se mangio la pasta, ovviamente non consumerò il pane.
Poichè è vero che è un pasto con meno costrizioni, ma non per questo posso abbuffarmi a mio piacimento.
Due pasti liberi fa, ho deciso che il piatto sarebbe stato del pollo al forno.
Come vedete, poco grasse
Ho comprato le coscette di pollo (quelle dei polletti della mia nonnina son meno magre), le ho cotte al forno aggiungendo solo gli aromi e non ho mangiato la pelle.
Quantità leggermente superiore del normale, il pollo aveva sciolto i suoi grassi (minimi in quei pezzetti) naturalmente contenuti, era ugualmente ottimo e ho appagato il mio desiderio!
Mi interessa un dolce?
Bene! In quel pasto la pasta sarà in quantità di soli 50 gr, secondo alla griglia, contorno (comunque condito con pochissimo olio) e la fettina di dolce alla fine.
Oppure, se la vostra forza di volontà vacilla, sapete che la leccornia in questione avanzerà a fine pasto, rimandate la porzione nel pomeriggio, come merenda.
Insomma, facendo un resoconto, più che "pasto libero", lo considererei "piatto libero".
Anche se non dovete dimenticare di mangiare la stessa porzione che mangerebbe un normopeso ovvero una persona che non ha problemi di linea, di salute, che la costringono ad una dieta ipocalorica.
Ecco, amiche.
Io cerco di vincere la voglia di "sgarrare" pensando al pasto libero e segnando, durante la settimana, la voglia repressa fra le papabili da appagare la volta successiva!
Su di me, che ingrasso "solo respirando" (tanto per utilizzare una frase trita) questo metodo non fa spostare la bilancia nemmeno di un grammo, anzi!
Buona dieta, buona alimentazione!
Spero di esservi stata d' aiuto ed avervi dato qualche idea!

Giusy

sabato 5 novembre 2011

Lavori in corso!

Cari Lettori,
è quasi un mese che non scrivo, ma non perchè non ne abbia avuto voglia, non perchè priva di cose da dirvi, raccontarvi, scrivere in questo mio piccolo angolo. Ma perchè sono senza linea telefonica.
Qualcuno, infatti, si è divertito a rubare (sì, rubare!) i cavi della linea telefonica nella mia zona.
Non è la prima volta che accade, ma sicuramente è quella in cui la mancanza si sta prolungando per troppo tempo.
Il caso ha voluto che anche il mio cellulare fosse fuori uso, non ho potuto quindi usufruire nemmeno di internet mobile.
Adesso, ho un cellulare che mi permette di collegarmi, sia da fuori che dal pc.
Il tempo di organizzarmi e tornerò a pubblicare.
Questione di giorni...
Pocepollina sta tornando!!!!!! :-D

Giusy

mercoledì 12 ottobre 2011

Cosa mettere nella borsa che ci accompagnerà in viaggio. Kit base!


Ieri pomeriggio ero in treno, quando facevo un resoconto mentale della giornata.
Mi sono resa conto, tra le tante cose, che tutto ciò che era nella mia borsa mi era stato utile e nulla di superfluo ed irrilevante aveva gravato sulla mia povera schiena.
 Ieri, infatti, per motivi logistici, le mie borse hanno lasciato spazio al comodissimo Eastpak da studentessa-che vuol tornare-al liceo-modalità:on.
Eastpack bianco identico al mio
A parte gli scherzi, guardando le mie borse, ho capito che l’Eastpak era l’ unica soluzione plausibile, visto che quelle capienti e capaci di supportare e sopportare il peso dei libri e del necessario appartenevano a due categorie: “troppo belle”, “troppo nuove per essere sballottate qui e là”.
Quando capita che debba fare viaggi più lunghi del solito, che sia per motivi di studio o piacere, viaggi che mi portano a star lontana da casa per un tempo maggiore alle poche ore, sia che utilizzi mezzi pubblici o la mia automobile, ci sono cose che non possono mancare nella mia maxi bag.
Un insieme di oggetti che definirei un “kit base da viaggio”.
Che al meglio rispecchia le mie esigenze, costituito da ciò che sicuramente potrebbe essermi davvero utile.
Perché è vero che non dobbiamo farci mancare nulla, m è pur vero che portare dietro del peso eccessivo sarebbe inutile, faticoso e poco corretto nei confronti del nostro fisico.
Ma passiamo a vedere cosa, generalmente, non può mancare quando mi avventuro in giro qui e là.
Innanzitutto è sempre presente un astuccio con dentro farmaci di emergenza.
 Come molti sanno ho svariati problemi di salute, per cui spazio ad antistaminici, cortisone, antinfiammatorio,  compresse per emicrania.
 La lista si allunga in base al tempo da trascorrere fuori casa.
 Ma qui parliamo di un kit base.
Quindi mi limito allo stretto necessario utile in casi di emergenza, in base alle situazioni in cui incorro frequentemente.
Non mancano mai neppure le compressine di dolcificante privo di zuccheri. Senza aspartame, perché già non sono il massimo per la salute, ma almeno questo risparmiamocelo.
Un giusto compromesso tra il mio nervo vestibolare che mal lo tollera (l’ aspartame) e l’iperinsulinemia.
Salviettine umidificate senza profumo.
 Ottime per ripulire mani, rinfrescarsi.
Utilizzo quelle senza profumo a causa della mia allergia.
 Sì, sono allergica al profumo.  
Per maggiori informazioni vi rimando a questo post.
Pensando sempre all’igiene personale, il flaconcino di tea tree oil fa parte degli onnipresenti.
 Favoloso disinfettante, utile anche per piccole bollicine, taglietti, herpes che potrebbero infastidirvi durante la vostra permanenza fuori casa.
 La mia amica Eleonora ne ha abbondantemente parlato in questo post, se non conoscete i suoi modi di utilizzo, saprà illuminarvi.
Mi dimentico sempre di acquistarli, quando si tratta di viaggi programmati in fretta e furia, ma sarebbe utile, nonché sicuro ed igienico, comprare dei copriwc, in carta, monouso, si vendono solitamente in farmacia.  Forse la loro presenza al supermercato mi ricorderebbe di prenderli!
Il burro cacao. Altro elemento costante nella mia borsa, anche quella destinata alle normali “sortite” giornaliere.
In questo periodo autunnale è ottimo contro vento e primi freddi.
 D’estate utilizzo quello con protezione 50+.
Ideale sarebbe portare  anche una protezione solare per il viso.
Ma ieri, essendo il mio flaconcino abbastanza pesante per essere una crema e dovendo portare anche dei libri, ho deciso di applicarla al mattino e lasciarla a casa.
Per quanto riguarda la parte beauty, ieri non ho portato nulla, oltre quanto indicato.
 Ma questo perché sapevo che la giornata sarebbe stata all’insegna del camminare tra varie biblioteche, lavori mentali e non solo e non avrei avuto necessità di ritoccare il trucco.
 Ero, per scelta, partita struccata.
Lo smog della città mi infastidisce (non poco) e non avendo impegni in cui era necessario essere impeccabile ho preferito lasciar modo alla pelle di respirare tranquilla.
pochette portatrucco Carpisa
Se ne avessi avuto bisogno, una minipochette porta trucchi avrebbe sicuramente contenuto mascara o top coat per ciglia, un lucidalabbra o il rossetto già applicato, una minimatita nera (se necessaria  al  makeup), ombretto per ritocchi.
Fazzolettini e specchietto! Quest’ultimo fa parte di quelle cose che spesso, quando le hai con te, non sempre le utilizzi.
Quando mancano, ne faresti uso continuamente.
Elastico per capelli e qualche mollettina. Si aggiunge alla categoria dello specchietto.
Ombrello. Non può mancare, ovvio! Per fortuna è spesso bel tempo. Tranne quando lo dimentico!ehm..
 Fa parte del kit base perfetto!
A queste cosine si aggiunge un documento di identità, cellulare e tutto ciò che abitualmente è nella mia borsa.
Spero di avervi dato qualche suggerimento utile e mi auguro di non aver dimenticato nulla.
Tranne la bottiglietta d’acqua minerale naturale.

martedì 11 ottobre 2011

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, iniziano le ricerche.

Tesisti e non tesisti, non potete perdervi la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Ieri, giornata soleggiata ma ventosa di ottobre, mi sono recata a Roma diretta alla Biblioteca Nazionale Centrale. Sono andata ad accompagnare una mia amica per la ricerca di un testo per la sua tesi, che poi ha trovato a La Sapienza, ed ho avuto modo di entrare a contatto con questa bella realtà italiana.
Esterno della Biblioteca Nazionale Centrale
Al termine di questo piacevolissimo tour romano, ho deciso di scrivere una mini guida, che spero possa esservi d’aiuto nel caso in cui anche voi decidiate di fare un salto in questo  meraviglioso luogo. La trovate a questo link !
Perché "tesisti o no", vi consiglio vivamente di andare quanto meno a dare un’occhiata!  Soprattutto se siete amanti della lettura e dei libri in genere.
Nella miniguida anche un colazione-consiglio!


lunedì 3 ottobre 2011

Novità: Cervelliamo [anche grazie a voi]

Lettori de La Parola a Pocepollina,
sono lieta di annunciarvi che da oggi collaboro con il blog partecipativo Cervelliamo !!!
Sono stata invitata a far parte di questo bellissimo gruppo ed ho accettato di buon grado e lusingata.
Ciò non vuol dire che non scriverò anche qui, mio piccolo posto di mondo, che "era nella mia mente, prima che nell'etere", tanto per citare il titolo del mio primo post qui.
Ho deciso di differenziare i canali. Questo continuerà ad essere ciò che è sempre stato. Un luogo dove condividere, dire la mia, parlare liberamente, proporvi citazioni, propinarvi i miei pensieri e deliziarvi (spero) con le mie ricette. Parlarvi delle piccole novità e scoperte di prodotti di cosmesi e accessori. Insomma, non sto qui a dirvi ciò che già sapete.
L'altro blog lo vedrò più come un magazine per il quale scrivo. Dal tono meno personale (anche se con la Pocepollina sempre presente, ovvio) ma più professionali.
Per me è una grande conquista, un grande passo.
Scrivo da sempre, ma sono blogger da poco. Spesso per collaborazioni si aspetta moltissimo tempo e spesso si deve chiedere, piuttosto che vedersi richiedere.
Devo dir grazie anche alla passione che trovo nelle parole della mia amica-collega blogger Eleonora (che trovate anche qui). E' proprio commentando un suo articolo che l'autore è stato riportato a La parola a Pocepollina e quindi a tutto ciò.
Spero che mi possiate seguire anche lì, sono la stessa autrice che scrive qui su...
Grazie mille a tutti!!!!!!

venerdì 30 settembre 2011

Rimedi della nonna: Tosse secca

Ebbene, credevo tardasssero un po' di più ad arrivare. 
Ed invece eccomi qui, a combattere con i primi malanni di stagione. Anche se sarebbe più opportuno classificarli come da "cambio di stagione".
Saranno stati gli sbalzi di temperatura, un poco di sudore seguito dal venticello che ti gela la schiena e le spalle, i finestrini del treno aperti, fatto è che vi scrivo dal letto, con un mega raffreddore e qualche linea di febbre.
Presa dal web, un po' mi somiglia :-)
La cosa che però mi crea più fastidio tra i vari sintomi che caratterizzano questo raffreddamento è la tosse secca.
Sì, quella tosse che provoca dolore al petto, quel dolore che fondamentalmente permane sempre. Costante. Fino a quando, finalmente, pronto ad essere espulso, il muco decide di venir fuori attraverso la tosse grassa.
Prima di arrivare all'ultimo step, quello della "espulsione", si passa sempre da quello dedicato alla trasformazione della tosse, che talvolta può richiedere anche svariati giorni, soprattutto se siete costretti ad uscire e non potete stare al calduccio come raccomandato.
Si risolve per sveltezza e praticità con sciroppi caratteristici che dovrebbero aiutare a sopportare questa fase di transizione e traghettarci dritti dritti verso la guarigione.
Per non parlare di miracolose terapie per aerosol in commercio sotto forma antibiotica.
Prendendo già molte medicine per altri problemi di salute più seri di questo e dovendo comunque accelerare la guarigione perchè lo studio, la quotidianità e le incombenze mi reclamano, visto che questa diamine di tosse non mi fa nemmeno proliferar parola, ho deciso di mettere in pratica i rimedi della nonna.
Che mai modus dicendi fu più giusto, avendomelo proprio insegnato la mia dolce e chiacchierona nonna :-)
In cosa consiste? Nell'accelerare, naturalmente, il processo di trasformazione della tosse e del muco attraverso il calore.
Ero un pochetto scettica, non nego, ma più volte ha funzionato e tra poco andrò a rimetterlo in pratica!

Cosa vi occorre?
Non smaltata è ideale, meglio il coperchio
  • una ciotolina o un coperchietto o un sottopentola in coccio/terracotta, quelli che si utilizzano per cucinare e che spesso danno in regalo nelle sagre estive servendovi la specialità locale.
  • una fonte di calore, utilizzo solitamente il fornello del piano cottura munito si poggiapentole
  • fogli di carta di giornale, possibilmente quotidiani, sono i migliori per lo scopo
  • un canovaccio
  • il vostro petto
anche non smaltato, il coperchio è più pratico da tenere in mano
Prendete l'oggetto in terracotta e ponetelo sulla fiamma bassa, lasciatelo lì fino a quando non vi renderete conto che... scotta!!! 
Con l'aiuto di presine per pentole afferratelo e poggiatelo sui fogli di giornale, infagottatelo ben bene, senza bruciarvi, mi raccomando! 
Dopo i fogli di giornale riponetelo nel canovaccio in modo che i quattro angoli possano essere afferrati tutti insieme ed avvolti. Vi servirà per mantenere il tutto.
Poggiate questa cosina sul vostro petto, preferibilmente coperto e non senza maglietta.
Per petto intendo la zona che va dall'inizio dell'incavo dei seni all' attaccatura del collo. Io lo pongo lì poichè nel respirare sento là maggior dolore e quei rumorini caratteristici dei bronchi con muco, tipo micini, per capirci.
Tenete il fagottino caldo fino a che potete, se inizierà a bruciare allontanatelo e ripartite poco dopo.
Terminate quando avrà perso calore.
Alla fine della procedura, dove è stato applicato il fagottino potrete avere la pelle arrossata, tranquilli! 
E' normale! Calcolate che io ho una pelle sensibile, intollerante e dopo un quarto d'ora non c'era più nulla.
Ripetete il trattamento più volte al giorno, fino a che non avrete il risultato sperato.
Generalmente ottengo giovamento dopo 3-4 applicazioni, quindi una giornata, massimo due, accompagnate il tutto con riposo e attenzione, stando attenti ai colpi di freddo!
Questo ci risparmierà sciroppi ed aerosol. O almeno a me funziona così!
Provateci, qualora ne abbiate bisogno e magari fatemi sapere!!!
Saluti a tutti

Pocepollina

Genitori-nonni, chi siamo noi per giudicare?

Qualche mattina fa, mentre alla buon ora prendevo il mio latte con caffè (inderogabile la dose di caffeina nei giorni pre-esame), ho acceso la televisione e si discorreva su una delle ultime notizie che ha fatto tanto parlare e, da bravi italiani, giudicare.
Si trattava di una coppia che da poco aveva avuto un bimbo, fino a qui nulla da dire, se non fosse che la coppia aveva una età che, secondo la vox populi, secondo i giornalisti, esperti, giudici, non era consona ad allevare un bambino, a crescerlo con le dovute regole, la dovuta sorveglianza.
Oltretutto in questo studio televisivo di interrogavano se oltre una certa soglia di ricerca, la volontà di essere madre, padre, genitori, non diventi piuttosto un'ossessione.
Ma io mi chiedo, non lo sanno questi signori, quanto possa essere difficile, per una coppia, rassegnarsi al non poter avere una creatura frutto del proprio amore?
E poi oltre il danno, la beffa. Questa coppia aveva fatto regolare domanda di adozione, ma lo Stato italiano non è che non li aveva ritenuti idonei, no, no, no! Non aveva evaso "la pratica" nei termini di età previsti per una coppia che vuola adottare un bambino!
Capite? Lo Stato italiano non ha adempiuto un suo compito, ma si permette poi di decidere che quei genitori non sono consoni alla loro nuova figura, perchè troppo anziani.
Perchè non potranno seguire il bimbo?
Perchè non avranno abbastanza attenzione?
Perchè saranno distratti?
Perchè non andranno dietro loro quando usciranno la sera?
Ma allora mi chiedo, quante volte veniamo a conoscenza di genitori che dimenticano i figli in auto?
Quante volte sentiamo bimbi che si fanno male "in un momento di distrazione" del genitore che lo sorvegliava?
Quanti genitori abbandonano nei cassonetti i propri figli?

Bellissimo neonato tratto dal web
Fatte queste domande, credo che l'età di una coppia possa certo in qualche modo influire, ma è pur vero che la realtà sbatte in faccia troppo spesso genitori (età media 35 anni) troppo distratti.
Per cui, mi chiedo: chi siamo noi per giudicare?
Chi siamo noi per decidere che una persona sarà un cattivo genitore solo per via della sua età?
Noi non siamo nessuno.
Questa volta non credo che le istituzioni abbiano centrato il problema e trovato la vera soluzione.
Non sarebbe stato meglio lasciare i bambini ai genitori naturali, facendoli seguire da assistenti sociali che avrebbero avuto il compito di seguirli, capire se e quando ci fossero state realmente delle carenze?
Allora lo Stato italiano gradisce di più l'abbandono e l'odio?
I giornalisti ed esperti italiani si divertono di più a spettegolare e giudicare piuttosto che aiutare realmente?
Perchè se così fosse, è proprio una vergogna!!!

domenica 18 settembre 2011

Oggi facciamo: IL FROMAGE BLANC

Salve a tutti!
Questo post sarà molto molto light, non per la lunghezza, bensì per l'argomento trattato.
A causa della mia iperinsulinemia devo seguire per un periodo di tempo, un regime alimentare che non preveda zuccheri e pochissimi (io non ne metterò per un paio di mesi) grassi.
Fromage Blanc, fatto da me
In vacanza ho fatto la birichina parecchio ed ora tutti in posizione di attenti!
Adoro cucinare, in ogni caso. Ed in ogni caso, amo far le cose da me.
Ma a tanto non ci ero ancora arrivata!
Girovagando nella rete ho avuto modo di conoscere il Fromage blanc, formaggio di origine francese, ricco di calcio e proteine.
In Francia si vende bello e pronto, qui da noi solo in alcuni ipermercati delle grandi città, per cui noi che non abbiamo centri simili a portata di mano dobbiamo provvedere da soli.
Ho trovato quindi la ricetta, l'ho fatto già tre volte, lasciandolo a riposo la prima volta per dodici ore suonate, la seconda solo sei.
Ma prima di passare a questo vi dico che è un formaggio dalla consistenza molto simile alla comune Philadelphia. E' però molto più spalmabile, perchè più molle.
Ve lo consiglio perchè è leggero e al contempo sazia, essendo ricco, proprio come ritenevano i francesi di un tempo, di proteine e calcio.
Io ho aggiunto, al momento di consumarlo, un poco di dolcificante, ma sarà sicuramente ottimo con miele, cacao, marmellata (ancor meglio se fatta in casa e senza pectina, ma solo ingredienti naturali).
Si può utilizzare per salsine varie, che però devo provare e poi potrò dirvi.
L'ho messo sul salmone, quello nella scatoletta, sgocciolato e pulito dall'olio con carta assorbente, era ottimo!!!
Potete darlo ai bimbi nella merenda, con i dovuti accorgimenti e aggiunte che lo portano ad essere una mereda sana, naturale, ma completa.
Potete aggiungerlo ai dolci o farci splendidi semifreddi!!!
Mangiarlo al posto della razione di formaggio, aggiungerlo ai condimenti della pasta, anche se questo non l'ho ancora provato!
[Altra accortezza sarebbe quella di utilizzare dell'ottimo yogurt fatto in casa con yogurtiera, io la ho e viene benissimo! Costo dell'operazione: uno yogurt preferibilmente intero ed un litro di latte.]
Ma adesso passiamo al nostro formaggio magro, come amo chiamarlo io.

Occorrente:
  • Tovagliolo in cotone, preferibilmente bianco (al momento per me non era disponibile) e lavato senza l'utilizzo di ammorbidente, per non incappare in problemi e alterazioni del gusto date dal profumo
  • Un colino per alimenti
  • 500 gr di yogurt bianco naturale (utilizzo quello magro, ma proverò con l'intero e vi farò sapere) con tale quantità vengono fuori un 250gr circa di formaggio
  • Una ciotola in grado di mantenere il colino senza far toccare il tovagliolo al siero che sgocciolerà man mano
Preparazione:

Proporzioni colino-tovagliolo-ciotola


Ponete il colino sopra la ciotola, ancoratelo ben bene grazie ai gancetti in modo che non cada.
Disponete il tovagliolo sul colino e adagiatelo in modo che aderisca alle pareti di quest'ultimo.
Modalità di chiusura del tovagliolo
Versate lo yogurt nel tovagliolo e chiudetelo sovrapponendo gli angoli. Se possibile non fate toccare questi al formaggio.
Mentre portate a termine l'operazione "butto nel giusto secchio della differenziata" i vasetti dello yogurt, noterete che dal tovagliolo inizieranno a colare delle goccioline, che andranno quindi a cadere nella ciotola. E' il siero dello yogurt, costituito dal lattosio, che si separa dal resto dando vita al nostro Fromage Blanc.
A questo punto riponete il fagotto in frigo e attendete circa 12 ore.
Durante l'attesa potete anche cambiare il tovagliolo, ciò aiuterà ad eliminare l'acidità tipica dello yogurt e farà in modo che sia più compatto il risultato finale.
Potete anche lasciarlo più tempo, come meno.
In quest'ultimo caso, però, sarà più simile allo yogurt che ad un formaggio a pasta molle.
Terminata l'attesa, aprite il fagottino, tirate fuori il tovagliolo e adagiate il formaggio all'interno di un contenitore per frigorifero con coperchio.
Io l'ho conservato fino a due giorni. Però è da dire che l'ultimo giorno nel contenitore c'era qualche goccina di siero.
Risultato finale: il fromage blanc!
Come ho detto prima potete utilizzarlo come meglio credete.
Potrebbe rimanere un lieve sapore acidulo, può essere eliminato con sciroppi di frutta, miele, zucchero o dolcificante.

Buon Appetito e buon utlizzo!

Volete un bel post sulla raccolta differenziata? Eccolo!

sabato 3 settembre 2011

Ma quanto è altruista la Lines?

Donne, quante di voi hanno utilizzato assorbenti della Lines?
Che sia stata Lady, Seta, Idea, credo che tutte lo abbiamo steso almeno una volta, prese da crampi, mal di testa, voglie di dolci, sul nostro immacolato slip, guardando, in cerca di conforto, gli occhioni blu della donna senza bocca, nè naso, nè viso che campeggia con  sguardo pseudo ammaliatore sulla confezione.
A discapito di quanto si possa pensare questo non è un post che esporrà quanto siano comodi, puliti, freschi e traspiranti (???) gli assorbenti in questione.
No, no!
Questo è un post dedicato all'altruismo della casa produttrice e di chi ha inventato le meravigliose frasette che mi diletto a leggere aprendo ogni volta i pacchetti.
Due frasi denotano questo grande altruismo di cui parlavo.
La Prima:
"Lo sai che è un bisogno comune desiderare un dolcetto nel periodo mestruale?" [Con voce amica, rincuorante]
TRADUZIONE:
Prova che non racconto fandonie :-)
"Cara mia, te, sì te che combatti ogni giorno con la linea, te che ti senti in colpa se mangi un dolcetto perchè sai che stai sgarrando, te che cerchi sempre una scusa per mangiare qualcosa che non devi, ECCO!!!!!!! Te la forniamo noi!!! Approfitta di questi giorni di dolori e scocciature e mangia! Dopo potrai attribuire il tuo gonfiore non ai dolcetti, bensì al ciclo che ti ha creato attacchi di fame convulsa!!!" [In tono quasi minaccioso]

Ma la seconda, sinceramente, a tratti mi lascia sconcertata.
E' lei quella che denota il vero altruismo della Lines o degli originali creatori di packaging.
La frase in questione recita: 
"Lo sai che durante il ciclo mestruale puoi fare tranquillamente il bagno a mare?"
A questo punto sono scoppiata a ridere e ho pensato, che mentre faccio il bagno a mare con il ciclo non sto certo ad usare te, assorbente esterno, ma ti tradisco con il ben più comodo TAMPAX, adatto a ciò che te mi stai suggerendo di fare! Essendoci fuori ,oltretutto,30°!!!
Ecco qui ho pensato che la Lines mette davvero al primo posto noi donne, lo fa nel migliore dei modi: suggerendoci di utilizzare gli assorbenti interni, che suddetta casa produttrice non fa.
Bene, brava Lines! Continua così!
Ti ringrazio a nome di tutte coloro che ti utilizzano e spero davvero che a questo punto tu possa intraprendere la strada della produzione di assorbenti interni!

Distinti saluti a tutte!!!!!!!!!!

E' un post ironico, ma quanto mai vero! Non me ne voglia la Lines!
Almeno a mio avviso!
Ah, dimenticavo, se vi vien voglia di provare assorbenti interni, provate quelli con applicatore, sono più igienici e diminuiscono la possibilità di contrarre la TSS (Sindrome da shock tossico)



giovedì 1 settembre 2011

Perchè avevo le foto nel mio diario? L'ho scoperto!

Questa mattina, durante una pausa studio, ho letto dal cellulare un articolo della mia cara blogger Eleonora.
"Se dovessi svegliarti e pensare di avere 15 anni, avendo dimenticato tutto il tempo che ti separa da essi"...
Nella mia mente sono stati rievocati i miei 15 anni, la mia classe, i miei problemi di salute, le mie amicizie sbagliate, le mie cotte, che lo erano ancora di più...
E un particolare ricordato mi ha fatto riflettere e poi scrivere questo post.
La maggior parte di noi, anche qualche ragazzo, in barba al loro ritenere tali cose pseudo-romantico-femminili (cosa che secondo me non è vera), aveva nel diario, tra le pagine, foto che ci ritraevano da bambini.
Certo, il narcisista aveva quelle dove era venuto meglio, lo sportivo quelle dove nuotava sin da bambino, quello autoironico le foto che rispecchiavano ciò che era diventato, come nel ricercare in quel momento il perchè del suo essere.
E allora mi sono chiesta: essendo l'adolescenza un'età di passaggio, tutte quelle foto erano forse un voler cercare di restare ancorati al bambino che avevamo dentro? A quello che doveva fare un passetto indietro, pur rimanendo a farci compagnia qualche volta, per lasciar spazio alla persona adulta che stavamo diventando?
Oppure era un modo per fermare i ricordi, per far sì che la nostra infanzia rimanesse sempre impressa nella nostra mente. Per fare in modo che nulla la portasse via da noi, consapevoli di dover crescere.
Pensando che la maturità avesse sbiadito i ricordi, li fermavamo nelle pagine del diario che ci avrebbe accompagnato per nove lunghi mesi?
Avevamo paura di crescere e dimenticare? O avevamo paura di crescere e basta? 
Restare sempre bambini o acquistare la consapevolezza di dover crescere, imparare a voler "diventare grandi" senza lasciare indietro nulla?
Non so, in realtà, cosa balenasse nella testa di quegli adolescenti, come allora non sapevo cosa balenasse nella mia.
Oggi l'ho scoperto, ricordando che la prima volta che ho inserito una foto nel mio diario ero nella mia vecchia casa, nel mio vecchio paese, nel quale mi avevano trascinato con forza (se non fosse stato per il mio peso mi avrebbero dovuta prendere in braccio e mettere in macchina) una grigia e buia sera di quasi metà ottobre di quasi tredici anni fa.
Sì, ottobre è il mese che preferisco (seguito da aprile, maggio e settembre), sarà perchè ci sono nata, sarà perchè è tiepido, fresco, inizia davvero l'autunno, non so, è il mio mese, insomma. Ma nella mia mente quella sera era buia, fredda, grigia, gelida.
Lasciavo il mio mare, la mia casa piano terra con giardino dove giocare, i miei amici, la mia bella scuola, il mio caldo ed accogliente ambiente, (per la cronaca, le lacrime mi pungono gli occhi, ancora oggi) i miei amici, le mie abitudini, il mio sole che rende meno rigidi gli inverni e che al contempo, complice le nuvole tipiche della stagione, li rende ancora più romantici e belli.
Lasciavo tutto questo per cosa? Ora ciò che mi viene in mente scriverò, a mò di elenco, purtroppo qui non riesco ad aver trasporto: nebbia (da notare, la prima cosa che mi viene in mente), una casa rivestita in marmo, elegante, dai particolari ricercati( tanto bella quanto fredda, anche se a dire la verità, il marmo è davvero bello) ma alta, alta, alta, fuori non la sto a descrivere, basta dire che dal mio salotto non uscivo più in giardino, dove d'inverno, nel silenzio della bassa stagione turistica, sentivi il mare in tempesta, ma vedevo solo le montagne, grosse, marroni,austere, antipatiche. Attorno a me avevo solo tanti stivali, o, per chi preferisce, tanti parenti. Dove non c'erano stivali c'erano serpenti, laddove serpente sta per conoscente.
Il mattino dopo mi portarono a scuola, Dio me ne scampi e liberi [non mi liberò Dio, ma il tempo, 3 anni dopo, una bellissima mattina di giugno, il sole splendeva forte, alto, vigoroso, ad illuminare la giornata che pose fine al mio percorso nella scuola media del paese]
I bambini della classe che avevo lasciato non sapevano chi fossi, chi fossero i miei genitori, in che zona abitassi, nessuno lo sapeva di nessuno, eravamo stati tutti cresciuti così. Ed era bello. 
Lì no, non sapevano il mio nome, ma tutto il resto che mi riguardasse sì, l' invidia era tanta, la cattiveria pure, non capivo perchè, lo capii molto tempo dopo, anni dopo, cosa che mi portò ad essere con loro ciò che in realtà non ero, ma che meritavano e meritano ancora. 
Non tutti, ma molti. Per cui doso il mio essere, perchè se mi avete trattata come avete fatto allora subitene le conseguenze, sempre che qualcosa vi importi, perchè io l'ho sempre fatto nella mia vita. 
Ho subito loro, i loro modi "retrò", massì un pò di indulgenza, il loro verde invidia, la tristezza che ho oggi nel pensare a quei ragazzini di appena 11 anni tenere certi comportamenti,  provare sentimenti che male si addicono a quell'età, ancora innocente e gioiosa, oltre che "giocosa".
Ecco, mi rendo conto, dopo la descrizione forse troppo lunga, ma renderà sicuramente bene, che se quello è stato il momento in cui ho sentito il bisogno di inserire una foto, un ricordo all'interno delle pagine che mi facevano compagnia quando tutto intorno era grigio, non era certo paura di crescere, una noluntas (non volontà) di farlo, ma solo un voler portare dietro, tenere accanto quei caldi momenti che mi aiutavano ad andare avanti, a pensare che tutto sarebbe passato, che prima o poi quelle emozioni e quell'amore, quel calore, sarebbero tornati.
Certo, magari sotto altra forma.
E sono arrivati.
Forse qualcuno ha capito che meritavo un risarcimento danni (perdonatemi, sto studiando queste robette). Forse semplicemente l'eccezione conferma la regola.
Forse semplicemente "c'era sempre stato" (su questo non c'è dubbio) ed era "solo da incontrare". 
Fatto sta che un bel giorno, o meglio una bella sera, l'unico abitante di quel paese (anche se poi ho potuto aver modo di capire che è proprio la zona)  che è il contrario di tutti loro messi insieme, me lo son ritrovato nella sala della mia casa marmorea, poggiato sul tavolo (dal piano di marmo, ovvio!) che, perdonatemi, mi rivolgeva il suo lato B. Nel voltarsi ho appreso quanto Madre Natura fosse stata generosa con lui, regalandogli quegli occhi, concedendogli quelle labbra e donandogli la voce che mai mi stanco di sentire e di ascoltare [Naturalmente senza dimenticare la prima visione che ho avuto di lui ^-^].
Da allora le cose sono cambiate, ho iniziato ad affacciarmi guardando in basso, senza concentrarmi sulle montagne, così come sono cambiate le foto nel mio diario, divenuto poi "agenda".
Alcune foto della mia infanzia ci sono ancora, per ricordarmi quanto amore ho avuto, quanto bene sia stata, per ricordarmi che tutto ha una fine, anche i momenti bui, brutti, gelidi e nebbiosi (l'hanno avuta per fortuna!!!).
Sono lì per ricordarmi i valori con cui sono stata cresciuta, che sono ben diversi da quelli che qualcuno ha provato ad inculcarmi, che oggi ripago solo con tanta, tanta, tanta indifferenza. 
Sono lì per ricordarmi che la mia famiglia c'è stata sempre, anche quando mi ha trascinato via da uno dei posti che più amo al mondo per portarmi in uno che, viceversa, mi ha fatto molto, molto male [a riprova la mia salute da qualche giorno dopo che ero lì precipitò e iniziai a palesare problemi, che il calore di una città di mare riuscivano a tenere a bada].
Sono lì per ricordarmi che anche lì, qualcuno al piano di sotto mi ha datto tanto affetto, tanto amore, mi ha regalato tratti del mio carattere che mi contraddistinguono, ne porto il nome, i pregi e i difetti, mixati ben bene con quelli della mia mamma [risultato: a causa della mia salute la mia ambizione talvolta è frenata, chè altrimenti...], caparbia, testarda, temeraria, chiacchierona (oratrice, spero un giorno, sarebbe l'evoluzione perfetta di chi è stato ed oggi non c'è più, di chi mi è accanto ogni giorno ed ha sacrificato carriera, lavoro e sogni per me).

Quelle foto, che oggi guardo con nostalgia e dolcezza (complice il trasferimento in un posto che adoro, con un grande giardino, un cagnolone che non vede l'ora che torno a casa e un centro che offre praticamente tutto a un paio di chilomentri da me) sono affiancate dalle nostre foto, dolci e spensierate, piene di amore e di voglia di futuro, di andare avanti insieme 
Non si sa come, ma lo faremo, perchè le belle storie e i bei amori non li fanno solo i luoghi e i moni, ma anche e soprattutto l'amore e la volontà, quello che pochi comprendono e che noi ben sappiamo, andare avanti anche con la distanza a separare.
Ah, perchè l'unico problema sono ancora loro, sempre e solo loro, coloro che purtroppo hanno una mente chiusa, ristretta, e lasciatemelo dire, molto, molto, molto gretta e prepotente.
Amen.

Pocepollina

Note:
Non rileggo il post, non fa parte della mia natura. il titolo a questo punto non rispetta più il contenuto e lo cambierò con il primo che mi viene in mente!



giovedì 4 agosto 2011

*Pelle intollerante, pelle sensibile*-Mix di profumi

Salve a tutti,
questo che sto per trattare è un argomento che mi tocca da vicino e che ho deciso di farlo diventare oggetto di post dopo aver capito che siamo in parecchie (uso il femminile perchè ho letto solo belle fanciulle, ma la regola vale anche per voi ragazzi) ad aver a che fare con... LA PELLE INTOLLERANTE. Da alcuni definita anche PELLE SENSIBILE.
Ma cos'è questa pelle intollerante, come possiamo accorgerci di avere una pelle sensibile?
Non sempre ne siamo consapevoli ed attribuiamo, spesso, come è successo anche a me, i fastidi come bruciore, secchezza, prurito, ad altri fattori, ma talvolta è proprio questo il problema.

La pelle intollerante è una pelle che come dice l'aggettivo-participio, non tollera o mal tollera il venir a contatto con determinate sostanze, le quali possono anche aver origine naturale.
Si manifesta generalmente con: rossore, prurito, bruciore, ma anche semplicemente secchezza. Sì, certo, una semplice secchezza può essere indice di intolleranza a quel particolare prodotto.
L'intolleranza si manifesta generalmente nel punto di contatto e i sintomi possono variare a seconda dell'entità della vostra intolleranza al prodotto o ad un suo componente.
La mia prima dermatite allergica l'ho avuto all'età di 14 anni, attribuita poi ad un detersivo che non era stato lavato via per bene.
Poi fu la volta della seconda, della terza, della quarta e dell'ultima, tempo fa, a causa dell'applicazione di un noto antodolorifico sulla fronte, dopo aver subito un incidente.
Eruzione cutanea fortissima, acuta, davvero brutta e preoccupante, anche perchè sul viso genera sempre un po' più ansia rispetto al resto del corpo...
A questo punto decido di andare, finalmente, a fare i Patch test (tipologia di prova allergica).
Mi reco dal dermatologo, il quale prima provvede con cura cortisonica a farmi andar via la dermatite, poi devo "disintossicarmi" per 10 giorni da ogni tipo di antistaminico, cortisone, farmaco. Potrebbero falsare i risultati del test. Come si fa? Non assumendone per i 10 giorni prima citati.
Torno dal dottore, la cui assitente provvede ad applicarmi i "pannelli" sulla schiena. Sono dei grandi quadrati di cerotto trasparente, sui quali sono applicate delle garzette con sopra le varie sostanze.
Questi pannelli vengono applicati sulla pelle e lasciati agire e a contatto per 48 ore.
Se si è allergici, si manifesterà la reazione sul punto di contatto, la quale sarà avvenuta al momento, ma sarà durata oltre le 48 ore, le quali fungono da verifica tra la vera e propria intolleranza o meno.
Dovete far attenzione a non farli staccare. Quindi non fate doccia, sport, movimenti che potrebbero provovarne il distacco dalla pelle.
Trascorsi i due giorni è arrivato il momento di togliere i pannelli e controllare la mia pelle.

Ebbene, tolti i pannelli il mio caro dottore mi comunica il risultato:
Sono allergica "solo" a Mix di profumi.
Arrrrgh!!!! Per me che amo creme, cremine, trucchi, saponi, anche se non esco sempre e solo truccata, è stata una disdetta.
Panico.
Come farò mai???
Poi per una donna, il make up è una parte importante, anche se io lo adoro molto natural, se non in casi particolari.

Talvolta però, diviene fondamentale il make up, come quando avevo l'acne e le sue macchie scure. Adoravo coprirle con un fondotinta leggero, che assolveva il suo compito senza fare il mascherone, che odio!

Bene, ma a questo punto mi rendo conto che i saponi sono pieni di profumo, che i farmaci hanno profumi, talvolta (a me ha fatto reazione l'essenza di lavanda della pomata). 
Ma mi rendo anche conto di tante cose a cui non avevo Mai fatto caso: dopo aver utilizzato sapone per le mani, anche delicato, detergenti per mobili, prodotti per la cura della casa, ecco comparire la pelle secca, così secca che nemmeno le creme più idratanti mandavano via. 
Oppure gli occhi rossi dopo aver applicato un particolare ombretto, mascara, crema, anche se tutti di marche buone, cruelty free e non made in China (che poi, chi ce la da questa certezza...?)
Od anche i brufolini minuscoli e rossissimi che comparivano dopo aver applicato un fondotinta, calcolando che non dimentico Mai di struccarmi e lo faccio nel migliore dei modi. Infatti per ovviare il problema ho praticamene quasi eliminato il fondo dal mio beauty, fortunatamente l'acne ha smesso di tormentarmi (incrocio le dita), tranne i brufoletti mensili.
La ragazza non sono io,ma la reazione era molto molto simile
Ricordo che un pomeriggio ero in auto e avevo applicato sul viso la protezione solare 50+, quando improvvisamente iniziarono a pungere gli occhi, a lacrimare, bruciare, non vedevo più, mi sforzo, accosto e mi lavo viso ed occhi con una bottiglietta di acqua. Dopo poco, passa.
Da allora, in borsa, ho sempre del collirio antistaminico.
Bene. Ma il perchè non me lo ero mai chiesto, o meglio, avevo sempre rimandato.
L'incidente e la reazione al viso bruttissima mi hanno portato dal dermatologo ed ho scoperto questa allergia.
Bene, non disperate. C'è un rimedio.
Prodotti di linee dedicate a persone che hanno di questi problemi. 
Posso assicurarvi che funzionano, hanno una resa pari ai prodotti con profumo, i prezzi sono buoni (tranne qualcosa particolare) e sono migliorati tantissimi aspetti della mia pelle.
La crema idratante sul corpo? E' divenuta un vezzo, pittosto che una necessità.
Ma di questo vi parlerò in un altro post. Presentandovi anche qualche prodotto che già utilizzo da qualche mese.

Proprio per non adare oltre il seminato di questo articolo, torniamo nei ranghi e all'argomento principale.
Vi consiglio di fare subito il patch test, non appena notiate qualche sintomo strano, qualche reazione della vostra pelle, poichè una reazione allergica può sfociare anche shock anafilattico.
Oltre al fatto che se la vostra pelle sta bene, voi starete bene e vi posso assicurare che inizialmente sarete un pò spaesati, ma ci si abitua e per fortuna il mercato offre valide alternative.
L'allergia ai profumi è quella che tratterò nei post a seguire, poichè ne posso parlare, vivendo l'esperienza in prima persona.
Ciò non toglie che questo possa comunque spronare a fare il test per verificare altre allergie a sostanze che si trovano comunemente e frequentemente a contatto con la nostra pelle, quali parabeni, coloranti, gomme, nichel, bianco di vaselina e tanti altri.


La lettura del patch test, come sopra scritto, è effettuata da un medico e può avere i seguenti risultati:
  1. Nessuna reazione
  2. Reazione allergica dubbia--- Eritema appena apprezzabile senza sensazione pruriginosa
  3. Reazione allergica lieve--- Eritema ben visibile senza pomfo e scarsa sensazione pruriginosa
  4. Reazione allergica media--- Prurito con pomfo
  5. Reazione allergica forte--- forte prurito con pomfo
  6. Reazione allergica molto forte--- Forte prurito con pomfo e vescicole
La reazione avuta da me è stata la numero 6! Devo dire che appena applicati i pannelli non sentivo nulla, dopo una decina di minuti ho iniziato a sentire forte prurito  e così nei giorni a seguire, in alcuni momenti scemava per tornare forte se sollecitavo la parte...
Inizialmente credevo fossero i cerotti che mantenevano i pannelli.. ma non era così, infatti la reazione si è manifestata proprio nei punti in cui avvertivo fastidi.
E' rimasta lì alcuni giorni dopo la rimozione della garzetta.
Andate da un buon medico, capace, che sappia valutare e consigliarvi come meglio ritiene opportuno.
Le allergie sono molto importanti, non vanno sottovalutate e prese sotto gamba, io l'ho fatto e così solo dopo le prove ho capito che la dermatite sul collo era dovuta al profumo che spruzzavo, il detersivo mi provocava pelle secca e ha provocato la reazione di qualche anno fa, il docciaschiuma le squamette sulle gambe che neppure l'olio di mandorle mandava via, gli occhi rossi i cosmetici e creme profumati...
Ma non è tutto!!!
Quasi dimenticavo, vista l'ora tarda, di dire che anche la citronella e il geraniolo, utilizzati negli anti zanzare fanno parte parte di profumi mix, come anche l'alcool cinnamico (balsamo del Perù, storace, olio di giacinto), eugenolo, isougenolo (per l'attività aromatizzante, oltre che in cosmetici è utilizzato anche nell'industria alimentare), aldeide cinnamica, anche questa utilizzata in prodotti per pasticceria, dolciaria.
Il vostro medico saprà darvi le dovute indicazioni.
Vi rimando a questa pagina che ho trovato utilissima, circa i patch test, è a cura di un dermatologo.
Spero che questo possa essere stato utile.
Cercherò di fare posts su prodotti che utilizzo da quando ho scoperto l'allergia e che hanno risolto i miei problemi. 
Qualora lo vogliate sarò lieta di leggere le vostre esperienze. 
La mia email, per eventuali spiegazioni in privato la ritrovate nel box nella home page del blog. La riporto comunque qui: scriviagiusy@gmail.com

N.B.: ho trovato sul referto prima della spiegazione dettagliata questa dicitura "PROFUMI MIX: mix di otto sostanze comunemente usate nei profumi o aromi (quali cannella, chiodi di garofano e agrumi)". Riassume efficacemente il tutto e mi ha ricordato di menzionare queste tre cose che avevo dimenticato!

A presto!!!

sabato 23 luglio 2011

Candele nel vento


Oggi è stata una giornata stancante, disarmante, emotivamente brutta.
Avrei voluto essere in mille posti, ma non mi sono potuta muovere.
Ma ho fatto mille pensieri, ad un amico, ad un papà, ad una mamma, ad una bimba, ad un nonno.
Pensate alle figure che ho appena scritto, belle, felici, fresche, gioiose. 
Ed io così le sapevo, così le immaginavo.
Bagnarle di lacrime in una giornata di sole, in maniera inaspettata, con un sms, a chilometri di distanza mi ha fatta sentire un poco inutile e mi ha fatto capire come alcune persone siano forti, grandi, mature.
Siamo "candele nel vento", ma ci sono alcune candele che continuano ad ardere nonostante il vento che soffia freddo, sorretti dall'amore e dall'affetto... 
E a te, sono sicura, questo amore e questo affetto non mancheranno...  










domenica 17 luglio 2011

Citazioni-1

Oggi post diverso dal solito...
Ho deciso di iniziare una piccola raccolta "Citazioni", nella quale andranno tutti quei versi, tutte quelle righe che riescono a comunicare tutto ciò che vorrei dire e non riesco a scrivere.
O anche semplicemente quello che vorrei poter dire, ma che non riesco ad ammettere.
O parole e frasi che mi hanno colpita, semplicemente.
Oggi lascio parole di una grande scrittrice, che fanno davvero riflettere e fanno il punto di tanti miei pensieri che gironzolano nella mia testolina ultimamente...

L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portar le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste medicina che possa guarirci.
(Oriana Fallaci)

mercoledì 13 luglio 2011

Stellata (ma agitata)

Certe sere, la stanchezza si mescola all'ansia.
Creano un mix pazzesco.
La voglia di dormire, disturbata dai pensieri è eccezionale.
Allora sei lì che giri, ti rigiri, poi forse chiudi gli occhi e il sonno per un attimo ha la meglio e ti assopisci.
Improvvisamente scatti e apri gli occhi. Li spalanchi nel buio, metti a fuoco la luce che arriva dal di là della porta e ti accorgi che sei a casa, nella tua stanza accogliente, calda, forse un pò disordinata, ma tua. 
E pensi che fin quando sei lì nulla può turbarti. 
Allora per un momento decidi di guardarti attorno, rilassarti, pensare che ora è il momento di riposarsi, ricaricarsi e andare incontro alle braccia di Morfeo.
Sognare e sognare ancora. 
Adesso tranquilla, rilassata, assopita.



          Buonanotte stellata (ma agitata) a tutti :-)

lunedì 11 luglio 2011

Sì, proprio lei!

Ecco, avete presente quella sensazione fastidiosa, che ti prende alla bocca dello stomaco, che ti mette un peso sul petto.
Quella che appena poggi la testa sul cuscino ti fa iniziare a viaggiare con la mente come se fossi in un pomeriggio assolato di agosto, sulla Salerno-Reggio Calabria, colma di gente.
Quella sensazione che fa accelerare il cuore,che gli fa fare quel paio di battiti in più che richiedono un respiro profondo per calmarsi.
Sì, proprio lei, quella benedetta morsa che stringe e serra i tuoi pensieri, lei: l'ansia.
Bene, al momento LEI, possiede il mio corpo.
Il mio sonno.
Ha preso in ostaggio la mia calma.

P.S.: Se la vedete, fatele sapere che mi manca tanto!!!

giovedì 7 luglio 2011

Photoshop o non photoshop, questo è il problema.

Salve a tutte!!! mi vien da dire tutte, perchè nella mia mente ho l'impressione di parlare con ragazze.. mah..
Ho bisogno di un consiglio.
Al giorno d'oggi è semplice scattare con la fotocamera, metterla nel pc e usare photoshop per farla divenire piena di effetti e giochi di luci, ombre, colori.
Per cui anche una foto senza posa può divenire affascinante.
E vi sembrerà strano, ma ci sono ancora fotografi che fanno le cose in maniera un poco più tradizionale.
Macchina sì digitale, ma poco lavoro di photoshop e parecchio talento.
Ultimamente ho visto album di nozze dalle cornici semplici, dai pochi effetti ma dalle pose e inquadrature meravigliose.
Per non parlare di un fotografo che ha asserito che lui "lavora solo in analogico", ossia con macchinetta dotata del classico rullino. Giustificando tale scelta poichè rende meglio i particolari. Ed è vero.
Bene, se voi doveste scegliere, preferireste cosa?
Tanti effetti, poca posa?? o il fotografo che usa sì photoshop, ma che ha talento e non fa i classici album identici per tutti perchè usa sempre le stesse tecniche???
Dico subito la mia: photoshop c'è, esiste, va usato. Va usato per migliorare, aggiustare  colori, mettere in risalto dei particolari, ma non per stravolgere...
Fatemi sapere, attendo vostri commenti (spero!!!)
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